venerdì 22 luglio 2016

That's amore

Ti rendi conto di amare tuo figlio in maniera spropositata, quando dopo averlo beccato ad usare la manica del tuo accappatoio come carta igienica, pensi che, tutto sommato, ci sono cose piu' schifose nella vita.... E ti scappa pure un sorriso (anche se il figlio in questione ammette che non era la prima volta e tu ti sei asciugata dopo ogni doccia con quell'accappatoio)

sabato 9 luglio 2016

Brexit parte 2

La mia intenzione era di sputare veleno sul Referendum del 23 giugno. Invece di infuriarmi, scrivendo qualcosa, ho deciso di fare un po' di "copy and paste"...

Theresa May, candidata alla carica di primo Ministro, non ha fatto altro che peggiorare lo stato di incertezza degli stranieri parte dell'UE, stabilendo che non puo' garantire il loro diritto di rimanere nel Regno Unito. Parole pesanti... Soprattutto per una donna che si e' schierata contro il Brexit.
Quello che la cara Theresa non ha capito, secondo F Nelson (editore di The Spectator) e' che:

"Britain needs these people; our NHS needs these people. We don’t keep them as a favour to Poland and nor should we ever dream of bargaining their residency in some game of diplomatic hardball.  No British government should ever consider kicking out any of the two million EU nationals who are already with us".

"Racism, when it goes beyond its normal limits, requires authorisation from on high. Political or religious leaders need to give the impression that feelings, which are normally sublimated, are free to flourish. By making the referendum a vote about immigration above all other issues, they created a climate where a victory for leave was a victory for people who wanted immigrants to go.
Politicians have no right to be shocked by the wave of abuse against foreigners or by May’s determination to throw EU citizens lawfully living and working here into confusion. She is cruel and stupid. She is just causing fear among millions of good people, and terrifying businessmen and women, who depend on EU labour to serve their customers, stack their shelves and pick their crops" (Nick Cohen).

domenica 3 luglio 2016

Dedicato a te...

A te che, anche se te ne sei andato, avrai sempre un posto nei miei pensieri...
Il mio pensiero vola verso te
per raggiungere le immagini
scolpite ormai nella coscienza
come indelebili emozioni
che non posso più scordare
e il pensiero andrà a cercare
tutte le volte che ti sentirò distante
tutte le volte che ti vorrei parlare
per dirti ancora
che sei tu la cosa
che per me è importante...

sabato 25 giugno 2016

Brexit

Ho gia' parlato di Brexit altrove e al momento non mi sento di lasciare altri commenti a riguardo (sto ancora digerendo l'idea).

     Ieri ho avuto la sfortuna di ascoltare una signora, vantarsi del fatto di aver votato "OUT". 
Diceva che aveva 3 figli maschi e doveva pensare al loro futuro. 
Le suo parole sono state: "Devo proteggere i loro posti di lavoro, perche' se un polacco arriva e si accontenta di 4 sterline per ora, i miei figli non  accetterebbero e quindi perderebbero il lavoro. L'ho fatto perche' voglio farli crescere in un mondo migliore"

    Cara signora, una cosa te la voglio dire: anche io ho 3 figli maschi come te. Non so come sara' il mondo in cui si troveranno a vivere da adulti. Ma di una cosa sono certa: vorrei per loro un mondo dove ci sia la possibilita' di "costruire ponti", non di bruciarli. Non voglio che i miei figli si sentano cittadini del Regno Unito (o dell'Italia). Voglio che si sentano cittadini (e padroni) del mondo. Con il tuo voto, hai reso questa possibilita' piu' remota.
Un ultimo pensiero, che forse interessera' i tuoi figli piu' di qualsiasi altra cosa: le prossime vacanze a Magaluf potrebbero costarti veramente care. Forse sarebbe meglio che i tuoi pargoli decidessero di bere come degli imbecilli a casa loro.

    Mi ha inoltre stupito una ragazzotta inglese che ha dichiarato in TV: "Oggi e' il giorno piu' bello della mia vita, perche' abbiamo ripreso il nostro paese. Non ho lavoro e lo Stato non mi ha ancora dato una casa. Finalmente, saremo in grado di bloccare gli immigrati e avro' una casa. 

    Domanda: Come mai non ti preoccupi di cercare lavoro, invece di fare la sanguisuga alle spalle dello Stato? So gia' la tua risposta: "Perche' gli immigrati rubano tutti i posti di lavoro".
Lascia che ti dica una cosa: non sono gli immigrati a impedirti di trovare lavoro, ma la tua poca voglia di lavorare.

sabato 4 giugno 2016

Si'.... Viaggiare... Con un ritmo di vita fluente nel cuore

Durante la mia giovinezza ho avuto la fortuna di viaggiare l’Europa in lungo e in largo e mi sono anche concessa mete piu’ lontane, come gli Stati Uniti e i Caraibi.
Ai tempi, Facebook era agli albori, ma se questi viaggi fossero avvenuti negli ultimi anni, sarebbero rientrati nella categoria “vacanze da selfie”, ovvero quelle esperienze che si decidono di fare, non tanto per arricchire il nostro bagaglio personale, ma per ostentarle sui social media, cosi’ da rendere la nostra vita interessante agli occhi altrui.
Vacanze trascorse all’interno di un villaggio turistico, tra tuffi in piscina e lezioni di salsa. Voli lunghissimi e relativo fuso orario da smaltire, semplicemente per “parcheggiarsi” sopra una sdraio in spiaggia, aspettando la serata d’intrattenimento, offerta dagli animatori di turno.
Non c’e’ nulla di sbagliato in tutto cio’. L’ho fatto in passato e mi sono divertita. Trovo pero’ difficile pensare che le destinazioni turistiche possano essere interscambiabili.
In eta’ matura, sono giunta alla conclusione che, se decido di visitare un luogo, voglio che sia unico e speciale. Desidero assorbirne la cultura, i colori, la gente e i sapori. Faccio in modo che le sfumature di quel paese, mi accompagnino a casa, diventando parte di me.

In realta’, sono in viaggio da parecchio tempo. La mia vita e’ diventata un viaggio. Da quando, quindici anni fa, decisi di trasferirmi in un paese straniero.
Vi e’ mai capitato di recarvi in una nuova citta’ e sentirvi a vostro agio, avendo la sensazione di averci vissuto da sempre? I luoghi visitati sono familiari immediatamente. Abbandonando la mentalita’ del turista, vi lasciate inghiottire dalla nuova realta’, diventandone parte.
Cosi’ per me e’ stato, quando mi sono recata a Londra per la prima volta.  Io, ragazzina cresciuta in un paesino tanto statico quanto nebbioso, mi sono lasciata stregare dal fascino della citta’ piu’ cosmopolita al mondo.
Sono partita con una valigia in mano e un piccolo gruzzoletto. Ho sofferto, ma ho stretto i denti e sono andata avanti. Londra mi ha dato tanto: le mie meravigliose creature sono nate qui e all’eta’ di quattro anni, hanno sperimentato piu’ di quello che una persona di media eta’ possa fare in provincia.
Questa citta’ mi sfida quotidianamente a confrontarmi con persone totalmente diverse da me. Mi obbliga ad interrogarmi e mettere in discussione i miei valori e pensieri. Sono cresciuta, prendendo le distanze da stereotipi, che a lungo andare, avrebbero potuto fossilizzare la mia mente.
Allo stesso tempo, Londra mi ha tolto. Mi ha negato la possibilita’ di coltivare le amicizie lasciate in Italia, poiche’, nonostante sia rimasto l’affetto, la complicita’ si costruisce giorno per giorno.
Anche dopo molti anni, mi sento una specie di “outsider”:  rimarro’ sempre straniera in una terra che comunque ritengo mia. Ho spesso l’impressione di dover dimostrare agli inglesi di meritarmi di vivere nella loro nazione. Da quando mi sono traferita, ho constamentemente cercato di lavorare sodo, senza chiedere molto in cambio al paese che mi sta ospitando.
Vivo nella dinamicita’ della metropoli e cio’ significa che non ci sono grandi certezze. Quello che puo’ essere vero un giorno, diventa menzogna il successivo. Stringiamo amicizie e ci affezioniamo alle persone, ma dobbiamo essere abbastanza altruisti da accettare che Londra, per alcuni, e’ solo una tappa. Saranno meteore, che ci accompagneranno per parte del viaggio, fino a quando la loro storia personale li condurra’ altrove.
Il secondo viaggio che e’ riuscito a cambiare la mia vita e’ stato in Africa. Un paese dalle mille contraddizioni, che mi e’ entrato nelle viscere e ha ribaltato la mia visione del mondo. I volontari, laici e non, che ho avuto la fortuna di conoscere, sono diventati per me modello di vita e fonte d’ispirazione. Con il loro esempio, mi ricordano ogni giorno che la vita pulsa nei posti piu’ disperati della terra. Mi hanno ridato fiducia in un mondo, che pensavo fosse dominato dall’egoismo. Quotidiani gesti d’amore che, pur non balzando agli onori della cronaca, rendono questa terra migliore. Vite consacrate al servizio dei poveri, dei dimenticati, grazie ad una forza sovraumana proviene da un Essere Superiore.
La purezza negli occhi dei bambini africani, talmente fragili, ma forti al tempo stesso. Non dimentichero’ mai la loro volonta’ d’imparare, la gratitudine per le nozioni insegnate e per i piccoli gesti d’affetto. Mi portero’ sempre nel cuore la loro innata capacita’ di rallegrarsi per qualsiasi cosa. Ho detto ad una ragazzina che sarei ritornata, ma mi sento in colpa per non poter rispettare la promessa. Altri eventi nella mia vita hanno preso il sopravvento e mi trovo spesso a chiedermi dove sia ora.

Il terzo viaggio. Il piu’ significativo ed emozionante: il tragitto dall’ospedale a casa, dopo la nascita dei miei bambini.
Il mondo inizia e finisce in quel groviglio di copertine. Le mie speranze, il mio futuro e la mia vita. Tutto ha un senso e capisco il mio esistere su questa terra. Non importa chi ero e che cosa ho fatto. Sono rinata con l’arrivo dei miei figli. La mia vita comincia adesso. Ora che mi trovo tra le braccia il miracolo piu’ prezioso dell’universo. Questo e’ il mio viaggio preferito: l’avventura di essere mamma di tre bambini.
Attraverso i loro occhi, rivivo esperienze, luoghi e persone, come se non li avessi conosciuti prima. La realta’ circostante e’ colma di possibilita’, che devono solo essere agguantate.
Nei giochi e nelle parole dei miei figli, mi catapulto in un mondo puro, fatto di meraviglia e sete di conoscenza.
Non esistono preoccupazioni e malvagita’, ma solo incanto di fronte alle mille sfumature che compongono la nostra comprensione del Creato.
La loro innocenza elimina preconcetti e pregiudizi, offrendomi l’opportunita’ di aprirmi al mondo, con cuore sereno.
Capisco, allora, che l’aspetto piu’ importante del viaggio non e’ la destinazione, ma la predisposizione interiore con cui accettiamo di essere travolti dagli stimoli circostanti. Piu’ siamo in grado di metterci in gioco, immolandoci al cambiamento e piu’ il viaggio sara’ fruttuoso.

Ho posato la valigia nell’armadio, ma non significa che abbia raggiunto la mia meta; quando il mio finira’, iniziera’ il viaggio dei miei figli e a me rimarra’ il compito di accompagnarli, rendendo la loro avventura unica e  meravigliosa.

mercoledì 25 maggio 2016

La lumaca

Barabino 2 e barabino 3 sono in camera a giocare. Mi assento un attimo.
Barabino 3 inizia a piangere. E' a terra disperato con accanto il fratello.
Cos'e' successo?, chiedo.
Barabino 1: I squashed him because I thought he was a snail (l'ho schiacciato, perche' pensavo fosse una lumaca).
Beh, se pensavi fosse una lumaca... that's fine then...

venerdì 20 maggio 2016

Chicche dei barabini della settimana...

Abbraccio della buona notte per Barabino 1...
Lo stringo forte. Lui: Enough. non sono un teddy (dovrei ridere o piangere?).

Barabino 2: Mi metti le scarpe?
Io: Forza che riesci a metterle da solo.
Barabino 2: (Voce drammatica) Me ne metti una e io metto l'altra.
Io: Ok.
Barabino 2: I think you are turning into a cameriera (anche qui... Devo ridere o piangere?)

Io: Dov'e' Barabino 1?
Barabino 3: Te-ta (toccandosi la testa)
Io: Dov'e' Barabino 2?
Barabino 3: Te-ta (toccandosi la testa)
Io: Dov'e' la tua pancia?
Barabino 3: Te-ta.

Praticamente ad ogni domanda che inizia con "dov'e'", la risposta e' "te-ta".
Caro Barabino 3, ti abbiamo applaudito la prima volta che ci hai detto dove fosse la testa; non si puo' mica vivere sugli allori... E' ora di imparare nuove parti del corpo... Basta vivere di rendita!